Codice del Consumo
Il 23 ottobre 2005 è entrato in vigore il Codice del consumo (file PDF).
Si tratta del Decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206 recante il riassetto della normativa posta a tutela del consumatore, che si compone di 146 articoli (diventati 170 dopo le modifiche del 2007), ed è frutto del lavoro di una commissione istituita presso il Ministero dello Sviluppo economico, in forza della delega contenuta nell’art. 7 della legge 29 luglio 2003, n. 229.
Recepisce la Direttiva 2001/95/CE (file PDF) ed ha competenza residuale, ossia è applicabile per tutti i prodotti non rientranti nelle specifiche direttive europee di settore ed in ogni caso per gli aspetti di sicurezza non coperti da queste ultime.
E' applicabile ai prodotti “residuali” sui quali NON deve essere apposta la marcatura CE.
L’approvazione del Codice segna una pietra miliare nella tutela dei consumatori italiani soprattutto per la rilevanza che il nuovo “ordinamento” assume in termini di politica del diritto: come è noto, la disciplina dei rapporti di consumo era rimessa alla legislazione di settore piovuta in modo disorganizzato, per lo più come recepimento (non sempre adeguatamente meditato) delle direttive comunitarie.
Su questo scenario interviene l’opera di riassetto che assume come filo conduttore le fasi del rapporto di consumo, dalla pubblicità alla corretta informazione, dal contratto, alla sicurezza dei prodotti, fino all’accesso alla giustizia e alle associazioni rappresentative di consumatori.
Con l’introduzione dell’art. 140-bis, il Codice si è arricchito dell’“azione di classe”, cioè della procedura dinanzi al Tribunale finalizzata all’ottenimento del risarcimento del danno in capo a ciascun componente del gruppo di consumatori danneggiati da un medesimo fatto.