Il livello di istruzione ha un ruolo determinante per la crescita economica di un sistema-paese. Questo fattore, noto agli economisti ormai da tempo, incide a più livelli: si parla di efficienza produttiva, di remunerazione del lavoro e di molti altri fattori, ancora più rilevanti nelle fasi di intensa crescita tecnologica e tecnica, perché un livello elevato di conoscenze è fondamentale per innovarsi riuscendo ad adattarsi alle nuove tecnologie.
“Una buona istruzione incide sull’efficienza delle imprese – spiegava Mario Draghi in una sua Lectio magistralis” di qualche anno fa all’Università la Sapienza, proprio sul nesso tra istruzione e sviluppo – essa pone le condizioni affinché il processo di selezione concorrenziale degli imprenditori più innovativi, più adatti a sospingere lo sviluppo economico si dispieghi senza freni”.
Questo accade perché l’istruzione produce benefici non solo per chi ne può fruire, ma comporta ancora più alte “esternalità”, che accrescono il cosiddetto “capitale sociale” di un paese e ne determinano la crescita competitiva.
Per molti anni una delle anomalie che hanno contraddistinto il nostro paese tra quelli più sviluppati al mondo è stato un modello di formazione che tende ad essere carente nella specializzazione tecnica, un modello statico ed orientato a profili medio-bassi. Invece una delle caratteristiche del contesto tecnologico e competitivo che viviamo è proprio quella di richiedere competenze sempre più elevate.
La stasi del nostro modello formativo e la conseguente carenza di profili altamente qualificati non può che essere un freno che penalizza la nostra economia, esponendola alla concorrenza agguerrita di paesi emergenti che invece fanno di questo insegnamento una priorità. Per profili di alto livello ci si riferisce in particolare alla diffusione di competenze manageriali in grado di ridisegnare i processi produttivi e cogliere le opportunità innovative offerte dalle tecnologie. Un elemento particolarmente deludente se si pensa che per anni la capacità creativa e di innovazione italiana sono state il traino dello sviluppo nel sistema dei distretti e dell’emergere dell’Italia tra i grandi dell’economia mondiale.
L’incidenza dei laureati che in Italia conseguono un titolo post laurea, soprattutto in discipline ad elevato contenuto di innovazione, rimane molto bassa (tra gli ultimi paesi dell’Ocse), mentre le risorse pubbliche destinate a finanziare questo tipo di percorsi è minore in Italia rispetto a quella degli altri paesi europei.
È in questo contesto che va a collocarsi l’azione della Camera di Commercio, su molti fronti al fianco delle Università per incrementare il legame tra queste ed il mondo del lavoro e per favorire la crescita di competenze innovative.
L’Ente è stato partner fin dal principio del Master “SSOMPL – Smart and Sustainable Operations in Maritime and Port Logistics”, una novità assoluta che ha preso il via a Livorno nel febbraio scorso a cura del Polo logistico dell'Università di Pisa in collaborazione con Camera di commercio, AdSp e Federmanager - che è giunto ora al suo momento cruciale, quello in cui i partecipanti dovranno mettere in pratica gli insegnamenti appresi: un mix di competenze specifiche su sostenibilità, digitalizzazione, automazione dei processi logistici, con particolare riferimento ai trasporti marittimi e alla portualità.
Con un bando presentato nelle scorse settimane la Camera di Commercio accelera ulteriormente offrendo dieci voucher da 1500 euro alle imprese del settore marittimo e portuale che accoglieranno in azienda un tirocinante del Master per le 500 ore previste dal progetto formativo: un modo concreto per consolidare il “ponte” tra impresa e personale formato in discipline innovative.
La misura incentiva infatti proprio le piccole e medie imprese di settore a sperimentare percorsi di innovazione e digitalizzazione che consentano loro una crescita di competitività sui mercati. I voucher saranno assegnati alle imprese che sceglieranno, per il tirocinio curricolare, partecipanti al Master inoccupati o disoccupati.
Le imprese interessate potranno presentare domanda fino al 30 novembre 2021 per aderire all’iniziativa.
Il bando è disponibile in questa pagina del sito, mentre l’ufficio di riferimento per ulteriori info è il Servizio Sviluppo Economico, indirizzo promozione@lg.camcom.it