Presidente, il 2021 si apre tra incognite e grandi cambiamenti: in quali direzioni si sta muovendo l’economia?
Questa emergenza sanitaria, lo ripetiamo da mesi, oltre a gravi lutti e paurosi danni economici ha provocato profondi cambiamenti di cui avremo piena cognizione solo tra molto tempo. Il rapporto con il consumo, le modalità di acquisto, l’esplosione del digitale in tutte le sue forme – dalla produzione alla distribuzione – l’accelerazione scientifica e digitale disegnano un futuro molto diverso da quello che immaginavamo possibile un anno fa. Temi come l’economia circolare, l’impresa completamente digitale, l’export per i piccoli e piccolissimi non sono più marginali auspici di un futuro lontano, ma sono qui, presenti, davanti a noi. Il turismo, settore sicuramente centrale per il nostro sviluppo, si sta trasformando e predilige le vacanze slow, le lunghe permanenze. C’è addirittura il trasferimento di chi, proveniente da tutto il mondo, ripensa la propria vita in termini di qualità e cerca luoghi belli e accoglienti in cui costruire lavorare da remoto in Toscana.
Gli artigiani ed i piccoli produttori di qualità hanno la possibilità di incrementare la produttività grazie a strumenti digitali e aprirsi a mercati oggi sempre più sensibili, impensabili prima, e lo stesso discorso vale per l’agricoltura e il commercio. Dobbiamo tutti sforzarci di vedere in questi cambiamenti vantaggi potenzialmente rivoluzionari e non solo pericoli.
In che modo è possibile agganciare la ripresa e questi cambiamenti?
Credo che i territori di Grosseto e Livorno abbia le carte in regola per poter far valere le proprie potenzialità nel periodo economico che seguirà, e incrementare la propria attrattività sotto molti punti di vista verso i turisti, gli investitori, gli acquirenti. Certo, sarà necessario da parte delle istituzioni lavorare sempre più in modo condiviso, mettendo da parte, soprattutto per il turismo, la tendenza a lavorare a compartimenti stagni per coordinarsi con la Regione e massimizzare il peso delle azioni di promozione.
Gli ostacoli sono quelli di sempre, a cui si aggiunge la mancanza di liquidità e la difficoltà di accesso al credito in un periodo di contrazione delle attività che ha stremato le nostre imprese.
Quali invece le priorità di intervento da parte delle Istituzioni per sostenere la ripresa?
Senza avere infrastrutture adeguate, strade sicure e veloci, tagliati fuori dalle rotte e dalle linee ferroviarie, senza infrastrutture digitali a prova di bomba, si toglie semplicemente il carburante allo sviluppo, congelandoci e condannandoci al declino. Il lavoro delle Istituzioni deve essere proprio ovviare a questa situazione. Ed è quello che da mesi continuiamo a ripetere come Tavolo per lo sviluppo, l’unione di tutte le forze economiche e dei lavoratori del nostro territorio.
L’arretratezza ha cause precise. Al mancato sviluppo corrisponde un elenco preciso di mancanze. Fino al recente passato la politica nazionale ha trovato nelle divisioni locali la scusa ideale per non investire sui nostri territori, che sono rimasti marginali. Oggi queste divisioni non ci sono più ed è già un grande passo avanti, ma non possiamo permetterci di chiuderci su noi stessi senza continuare a battere i pugni sul tavolo per ottenere le condizioni basilari per il nostro futuro. Continuiamo a ripetere un grido di rabbia e disperazione già dal 2019, a cui il Governo ha risposto promettendo, ma che ancora non si è tradotto in azione concreta.
Le infrastrutture adeguate, le strade, la rete digitale, i collegamenti richiedono investimenti e sono un dovere dello Stato, che deve mettere in condizione i territori di poter vivere ed operare. Quando abbiamo avviato l’esperienza del Tavolo per lo sviluppo sapevamo che non sarebbe stato facile e il percorso complicato, ma questo è un momento nevralgico, in cui è sempre più importante procedere con grande lucidità e – soprattutto – unità, come stiamo facendo. In altre parole, non molleremo la presa e il Governo e la politica dovranno ascoltarci e fare la loro parte.
Il presente pone molti dubbi e il futuro è dominato da una forte incertezza. Qual è a suo avviso l’approccio necessario in questo momento storico?
In questo momento più che mai credo che la crisi ci abbia fiaccato, ed è difficile mantenersi lucidi e ottimisti. Sapevamo che sarebbe stata una lunga maratona con cui confrontarci, eppure è anche il momento, attendendo che i vaccini offrano una soluzione definitiva, di cominciare a capire cosa fare, come orientarsi, come procedere. Rimanere immobili, senza iniziare a costruire un’idea di futuro, senza lottare per cogliere quanto di positivo può scaturire da questa terribile esperienza, sarebbe un errore irrecuperabile.