Sono trascorsi quasi 10 mesi da quando il mondo economico maremmano ha avviato la sua protesta, che dopo aver infiammato la provincia di Grosseto si è estesa nell’autunno a Livorno. Lo scorso 13 febbraio abbiamo assistito ad un ulteriore passo in avanti: i due “Tavoli per lo sviluppo”, cioè organismi volontari nati su impulso della Camera di Commercio, ma che hanno subito raccolto l’adesione delle associazioni delle categorie economiche e dei sindacati, si sono uniti per la prima volta discutendo delle problematiche comuni.
Ma perché si tratta di una buona notizia per le imprese? Perché i lavoratori e gli imprenditori delle due province dovrebbero esserne contenti?
Facciamo una breve riflessione. Il primo motivo è che i risultati del movimento “Sì Grosseto va avanti” stanno effettivamente arrivando.
Il tema principale del Tavolo grossetano era la Tirrenica: un’infrastruttura nevralgica anche per la provincia di Livorno, caduta nel torpore per l’ennesima volta in 50 anni tra cambi di governo e stop burocratici. È proprio del giorno stesso dell’unione dei due Tavoli la notizia della votazione dell'emendamento al Milleproroghe che, come sembra, consente lo sblocco per il completamento del Corridoio Tirrenico. Ed è stata indubbiamente l’azione di sensibilizzazione e protesta avviata dal Tavolo ad accendere nuovamente i riflettori. Quindi si tratta di una modalità di rivendicazione efficiente.
Il secondo motivo è che l’unità rende più forti. Grazie ad un dialogo trasversale, i territori di Grosseto e Livorno sono diventati consapevoli di avere problemi comuni, e hanno scoperto che insieme la loro voce è più forte. Frazionamento e isolamento sono handicap per qualsiasi rivendicazione: unire le voci può portare a risultati più consistenti in più breve tempo. È auspicabile che questa diventi una strada da percorrere in futuro. Si è trattato in un certo senso di un momento storico, in cui le due province si alleano e si uniscono per rivendicare il diritto allo sviluppo.
Terzo ed ultimo motivo (ma ce ne sarebbero molti altri): il diritto allo sviluppo entra a far parte del vocabolario di imprenditori, lavoratori e politici. Allargando il campo e il numero degli interlocutori coinvolti è più facile innescare un meccanismo positivo, dando fiducia a tutti. Ottenere risposte concrete richiederà costanza e determinazione, che probabilmente sono mancate in questi anni, permettendo ad argomenti vitali di essere dimenticati. Infrastrutture e competitività sono nel nostro mirino in modo stabile, esserne tutti consapevoli è un passo fondamentale per raggiungere risultati apprezzabili.